26.4.08

L'ultimo produttore di flipper

Il New York Times ha pubblicato un bell'articolo nel quale si parla della Stern Pinball, una delle ultime fabbriche al mondo che continua a costruire flipper. In passato erano molte le società produttrici di questo gioco di abilità (alcune erano presenti anche in Italia), ma la maggior parte di esse operavano nell'area di Chicago, un tempo considerata la città del business per antonomasia. Vero e proprio mito del mondo delle sale gioco, Stern è rimasto l'unico produttrice statunitense in questo mercato in lento declino: dai 27.000 pezzi prodotti annualmente nei periodi d'oro, si è arrivati adesso a una media di 10.000 pezzi.

A detta di Tim Arnold proprietario di sale giochi negli anni '70 (gli anni del boom del flipper) e titolare di un Museo del flipper a Las Vegas, la gente non ha perso la voglia di divertirsi, semplicemente "non trova i flipper e non sa dove poter giocare".

Nella fabbrica della Stern che si trova in un sobborgo ad ovest di Chicago, schiere di operai attorcigliano cavi elettrici, bucano, modellano e assemblano assi di legno, avvitano viti, installano minuscole lampadine e LED colorati, incollano variopinti personaggi di film, cartoni animati o di fantasia. Benché il flipper abbia origini nei secoli passati (un gioco simile, denominato "Bagatelle" era diffuso già ai tempi del Re Sole) non si tratta di prodotti di semplice assemblaggio. Ogni singolo pezzo contiene una media di mezzo miglio di cavi elettrici, 3500 componenti elettronici di varie dimensioni e per la sua costruzione occorrono fino a 35 ore di lavoro. "Molto più del tempo necessario a costruire una Ford Taurus" ama dire Gary Stern, presidente della società.

Mr Stern, l'ultimo magnate produttore di flipper, è un saggio sessantaduenne iperattivo, parla velocemente, ha una capigliatura bianca uguale al colore della montatura dei suoi occhiali, ama mangiare caramelle gelatinose e recentemente si è fratturato una costola facendo snowboard in Colorado.

La sua è una fabbrica dei sogni per la vecchia generazione di "geek" cresciuta in bar e fumose sale giochi. I progettisti siedono in uffici con pareti di vetro trasparenti dalle quali vedono nascere le loro "creature".

A molti lavoratori è richiesto di passare almeno 15 minuti quotidianamente nella "sala giochi" dell'azienda, in modo da provare gli ultimi modelli e non far arrabbiare Mr Stern: "Lavorate in una fabbrica di flipper", ha spiegato, "e dovete giocare moltissimo!". Critiche e consigli sono però ben accetti: in una sorta di laboratorio permanente dedicato alla fisica del gioco del flipper, biglie argentate rimbalzano tutto il giorno all'interno dei nuovi prototipi, osservate e studiate da tecnici che cercando di migliorare costantemente i prodotti mettendo o togliendo pinne, paraurti, respingenti e meccanismi di vario tipo.

Anche Mr Stern, riconosce che il mercato è un po' in declino ma afferma che c'è uno zoccolo duro di giocatori incalliti e fedeli. C'è persino un'International Flipper Pinball Association che stila costantemente la classifica dei migliori giocatori al mondo. "Il mercato di queste macchine non è più quello di una volta. Il pubblico più giovane si rivolge ai videogiochi". Il target di riferimento si sta spostando verso i cinquantenni. Negli Stati Uniti, la metà dei prodotti (il costo medio di ogni flipper è di 5000$) sono acquistati dai distributori e venduti direttamente al pubblico finale. Il 40% arriva in Francia, Germania, Italia, Spagna. Da qualche tempo la società sta cercando di addentrarsi nei mercati russi, cinesi e mediorientali. "Il concetto del gioco è facile e universalmente comprensibile" afferma Mr Stern. Chiedendogli del futuro della sua azienda fa una breve pausa e afferma che fra 10 anni produrrà ancora tanti prodotti". E fra cinquant'anni? "E' una data troppo lontana nel tempo per fare previsioni, ma sono sicuro che i flipper saranno ancora li".