30.8.08

Microsoft brevetta... lo scrolling delle pagine!


Microsoft ha ottenuto il discutibile status di brevetto per una funzionalità che permette di scorrere le pagine di un documento avanti e indietro usando i tasti "Page Up" e "Page Down". "L'invenzione", proposta nel marzo del 2005, ha ottenuto lo stato giuridico di brevetto il 19 agosto di quest'anno, è catalogata nell'US Patent Number con il numero 7.415.666 ed è descritta come: "Un metodo e un sistema in un visualizzatore di documenti per scorrere con incrementi precisi un documento come ad esempio una pagina, indipendentemente dal livello di zoom e se una o più pagine sono visualizzate".

Il brevetto indica "gli inventori" in Timothy Sellers, Heather Grantham e Joshua Dersch. Il problema è che funzionalità identiche sono associate ai tasti "Page Up" e "Page Down" che si trovano, fin dagli anni '80, in molti vecchi computer (basta guardare la foto di una qualunque vecchia tastiera per PC) e dunque l'invenzione è molto discutibile.

Il documento dell'ufficio brevetti spiega che l'implementazione prevede che i tasti suddetti possano essere premuti in qualunque parte del documento e che è possibile ritornare all'esatto punto di partenza premendo all'indietro o in avanti gli stessi tasti.

Microsoft non è nuova nel fregiarsi di brevetti che in realtà sono particolarità che altri non hanno registrato. Tra le altre "invenzioni" registrate dalla casa di Redmond, ricordiamo ad esempio: un mouse con la rotella che può scrollare in avanti e indietro i documenti e i bottoni per fare doppio click. A marzo del 2006 i brevetti registrati da Microsoft presso l'US Patent and Trademark Office ammontavano a 5000. Nel momento in cui scriviamo i brevetti made in Redmond stanno per arrivare a 10.000.

Ci permettiamo di suggerire a Microsoft altre "invenzioni": il tasto Shift, il tasto Ctrl, il pulsante di accensione del computer, il tasto "Enter" ma la vera "genialata" potrebbe essere il "Caps Lock"...

25.8.08

iPhone? "Ha cambiato il mondo del touchscreen"

Un interessante articolo del New York Times fa notare come l'iPhone abbia dato una scossa al mondo dei dispositivi touch-screen, un'industria fino a poco tempo addietro relegata a settori specifici e con presenze in piccole nicchie di mercato.

La richiesta di apparecchiature touch screen è ora sempre più elevata e a detta dei venditori di dispositivi sensibili al tocco il mercato è in fermento. Il target potenziale è enorme: punti vendita, ristoranti, zone informative, chioschi multimediali, lettori digitali di firma, bancomat per non parlare di soluzioni per il mercato consumer quali GPS e giochi (dal semplice sistema per muovere i pezzi degli scacchi o della dama a metodi per giocare a poker o complessi videogame).

"Apple ha fatto cambiare l'opinione comune sui dispositivi sensibili al tocco" afferma Geoff Walker, global director di Tyco Electronics, un importante venditore di schermi sensibili al tocco. La casa di Cupertino ha creato un mercato e spostato l'interesse sul multitouch, la tecnica che permette di accettare input scorrendo, sfiorando e "pizzicando" lo schermo ed ha fatto in modo che altre società cominciassero ad esplorare le potenzialità del sistema. "Se le persone trovano comodo usare le dita su un cellulare, apprezzeranno ancora di più farlo su un display più grande", questo è quello che spera, ad esempio, il CEO dell'israeliana N-trig, una società fondata 8 anni addietro e che realizza schermi multitouch usabili con una penna wireless o con le dita.

La possibilità di usare la particolare penna o le dita hanno convinto Dell ad inserire la tecnologia della società di Tel Aviv nel Latitude XT, un computer ibrido più piccolo di un classico laptop e leggermente più grande di un tablet che reagisce ai comandi del multitouch e permette di usare le dita come un mouse e la penna per firmare documenti o scrivere messaggi.

Nella visione di Dell, con un dito si può, ad esempio, "fermare" una cartella e con un altro spostarvi un messaggio di posta elettronica, così come si può impostare il volume agendo su uno slider, anziché usare il mouse.

N-trig ha in qualche modo rafforzato la sua leadership con l'arrivo dell'iPhone. "Alla fine del 2006 siamo riusciti a convincere Dell" dice Amihai Ben-David, CEO di N-Trig, "ma altri produttori non volevano saperne di investire nel touch". L'annuncio dell'iPhone, nel gennaio del 2007, ha fatto in modo che "gli scettici imprenditori di prima ci ricontattassero". Schermi al touch prodotti dalla società israeliana cominceranno dal prossimo anno ad apaprire su un notebook, PC fissi e un nuovo tipo di telefono. Anche Intel, lo scorso mercoledì nel corso dell'IDF ha mostrato un concept-computer denominato "UrbanMax" che sfrutta uno schermo di N-trig.

Joseph W. Deal, presidente e CEO di Wacom, società produttrice di tavolette e schermi sensibili al tocco con 15 anni di presenza sul mercato e che ha visto altre tecnologie apparentemente promettenti, è invece cauto e afferma che affinché il touch diventi un prodotto di successo "i costi devono abbassarsi sensibilmente".

Altri analisti sono concordi nell'affermare che potrebbero essere necessari molti anni prima che la tecnologia sia adottata in massa. Secondo iSuppli (una società specializzata in ricerche di marketing), tenendo in considerazione il solo mercato dei cellulari, è probabile che le tecnologie touch screen saranno presenti, entro il 2013, in non più del 30% dei prodotti.

Roger L. Kay, presidente e ricercatore dell'Endpoint Technology Associates afferma che probabilmente il 10% dei dispositivi di mobile computing avranno il touch entro il 2013; un terzo di questi prodotti metterà a disposizione tecnologie multi-touch.

Il mercato,infine, potrebbe essere fermamente influenzato dalla presenza di tecnologie multitouch nel prossimo Windows 7, la nuova versione del sistema operativo Microsoft prevista per il 2010. L'adozione delle tecnologie touch nel sistema di Redmond potrebbe "galvanizzare" gli sviluppatori invogliandoli a creare applicativi specifici. Microsoft, inoltre, potrebbe spingere verso uno standard univoco, in grado di armonizzare le modalità d'uso proposte dai tanti produttori di tecnologie touch.

Tutti sono ad ogni modo certi di una cosa: dopo averla provata, la tecnologia touch sembra indispensabile e irrinunciabile. Roy Stedman di Dell ne è convinto e, infatti, afferma: "tutti la desiderano, ma non sanno di volerla finché non la provano".

23.8.08

Un giro negli uffici Adobe

Debbie Grossman di PopPhoto (un giornale on-line che si occupa di fotografia e imaging in generale) ha fatto un giro negli uffici Adobe di San Jose (California) e ci regala qualche gustosa immagine che illustra gli edifici della software house americana e mostra alcuni dei volti dietro a software quali: Photoshop, LightRoom, ecc. Per una visita virtuale ancora più completa, raccomandiamo la ricca galleria presente a questo indirizzo nel sito di PhotoshopNews.com

19.8.08

La bilancia che riconosce frutta e verdura


Ricercatori tedeschi hanno costruito una bilancia "intelligente" pensata per i supermercati e in grado di riconoscere e distinguere vari tipi di frutta o verdura posizionata sul piatto. Chi si reca nei supermarket sa bene che quando si ha a che fare con il peso di banane, peperoni, pomodori e così via deve solitamente individuare i codici presenti su una tabella stampata, indicare alla bilancia il numero corrispondente al prodotto individuato, posare la frutta o verdura sul piatto, pesarla e premere un pulsante per ottenere uno scontrino adesivo da attaccare sulle buste contenenti i singoli prodotti che verranno conteggiati alla cassa.

Il procedimento sopra descritto può essere semplificato: la bilancia "intelligente", infatti, riconosce automaticamente i prodotti posizionati sul piatto e chiede solo di confermare e ultimare la selezione scegliendo tra alcune icone (esempio: tipo e varietà di pomodori).

Il dispositivo è in sostanza dotato di una telecamera e un particolare algoritmo gli consente di distinguere la frutta dalla verdura individuando varie tipologie di prodotti (non è banale per un software distinguere una mela rossa da un pomodoro o le banane verdi o gialle). Il gestore del negozio può aggiungere facilmente nuovi prodotti al database.

Le bilance sono in fase di test in già oltre 300 supermercati in tutta Europa. Realizzata in serie potrebbe diventare un prodotto di grande interesse per il settore della vendita al minuto di alimenti freschi, self-service, strutture di preconfezionamento, punti vendita di supermercati e negozi specializzati.

18.8.08

Rendere attraenti le facce e sostituire i volti in automatico


Nel corso del Siggraph di Los Angeles sono state presentate nuove e varie tecniche interessanti per il mondo della videografica. Nei giorni passati vi abbiamo riferito di Microsoft e di un innovativo sistema che permette di aggiungere elementi quali baffi, pizzetti e basette ad un volto presente in un video.

Quella di Microsoft non è la sola nuova tecnica grafica degna di rilievo, ma se ne sono viste altre altrettanto curiose e particolari. Un sistema che potrebbe interessare chi si occupa di ritocco fotografico è un metodo che arriva da alcuni ricercatori di Tel Aviv e permette di rendere più "attraenti" e "belli" i visi nei ritratti. La tecnica individua irregolarità e imposta corrispondenze e simmetrie, facendo in modo che agli occhi degli osservatori il risultato finale sembri regolare e dunque bello.

Dal dipartimento di Computer Science della Columbia University arriva, invece, un sistema che permette di sostituire automaticamente i volti presenti in una fotografia. La tecnica è interessante soprattutto se si pensa alle recenti polemiche sulla privacy relativamente ad applicazioni quali Google Street View, il sistema che immortala immagini raccolte per strada e dunque persone in situazioni private, violando potenzialmente le regole sulla riservatezza. La tecnica permette di rimuove automaticamente i volti presenti in un'immagine e, accedendo ad una grande collezione di volti, individuare le facce e "fondere" un viso della libreria con quello reale della foto rendendo difficile distinguere se si tratta del volto vero o di quello fittizio.

Il sistema permette anche il face-switching, lo scambio dei volti tra due persone presenti in una foto. Negli esempi è mostrata una famosa foto in cui Richard Nixon stringe la mano ad Elvis Presley: modificata con la tecnica in questione abbiamo un improbabile Presley vestito da Nixon che embra dare la mano ad un Nixon vestito da Presley!

Sul sito degli autori dei documenti presentati al Siggraph sono presenti vari esempi. C'è da scommettere che non passerà molto tempo e potremo vedere le tecniche usabili con qualche nuovo filtro per Photoshop & co.

17.8.08

Un tool sperimentale di editing 3D da Microsoft


Microsoft ha mostrato una tecnologia soprannominata Unwrap Mosaic con la quale è possibile, ad esempio, aggiungere baffi, pizzetti e basette ad una persona presente in un video. Il sistema permette di "confezionare" un oggetto 3D sfruttando l'immagine piatta del soggetto-target, come ad esempio quella del viso presente in un video.

Vi sono varie tecniche che consentono di cambiare i colori o aggiungere effetti speciali ad un video ma l'aggiunta di un elemento come i baffi è un'operazione complessa, poiché il viso di un soggetto spesso si muove continuamente posizionandosi in modo sempre diverso rispetto all'inquadratura precedente e gli elementi del viso visibili cambiano di continuo.

Andrew Fitzgibbon e il team che ha presentato la tecnica a Los Angeles nel corso del Siggraph, sta lavorando a questo sistema, ancora in fase di sviluppo, che permetterebbe di superare molti limiti degli attuali software di video-editing.

Altra tecnologia illustrata da Fitzgibbon è "PhotoSynth", una tecnica che permette di creare viste tridimensionali partendo da fotografie statiche. Si può creare un ambiente 3D partendo da una serie di foto e mostrare, ad esempio, come si presenta il Pantheon visto dall'esterno, zoomare la vista fino all'ingresso, muoversi fino a vedere le sculture interne, tornare indietro, ecc. Si possono sfruttare foto presenti su Flickr o aggiungere foto personali.

15.8.08

iPhone Switch-killer: un po’ di chiarezza

Jonathan Zdziarksy, autore di alcuni volumi sulla programmazione dell'iPhone e scopritore del fantomatico sistema che permetterebbe ad Apple di rimuovere applicazioni "pericolose" o indesiderate all'insaputa dell'utente, cerca di fare un po' di chiarezza in merito alla questione dello switch-killer.

Zdziarksy è stato in questi giorni subissato da e-mail e richieste di chiarimento da pseudo-giornalisti che poco o nulla hanno compreso in merito alla presenza dell'ammazza-applicazioni a distanza voluto da Apple, ed ha stilato un elenco di "miti" e la loro effettiva autenticità:

- L'iPhone spia i sui utenti: FALSO.
- Lo switch è stato implementato per impedire il funzionamento di NetShare: FALSO.
- Lo switch può cancellare applicazioni a distanza: FALSO
- Apple può conoscere la posizione geografica (via GPS) dei suoi utenti: FALSO.
- Lo switch permette di interrompere l'esecuzione di applicazioni spyware o ritenute potenzialmente pericolose da Apple: VERO.

Tecnicamente parlando la cartella di cache che si trova in /var/root/Library/Caches/locationd/ contiene un elenco di applicazioni non autorizzate prelevato da un server Apple all'attivazione del fixing GPS del dispositivo. Si tratta solo e soltanto di una semplice lista. Contrariamente a quanto affermato da vari giornali italiani non viene inviato nessun elenco di applicazioni presenti e dati personali. La "black list" non offre ad Apple la possibilità di controllare l'iPhone (come incredibilmente affermato da qualcuno) all'insaputa dell'utente, spiarlo nei suoi movimenti o ascoltare le sue conversazioni, ma permette di conoscere un elenco di software potenzialmente dannosi per l'iPhone stesso o per la privacy degli utenti.

Come riportato dal Wall Street Journal, Steve Jobs ha confermato la presenza dello switch affermando di "sperare di non doverlo mai utilizzare" e anche che sarebbe stato da irresponsabili non premunirsi di un simile sistema di sicurezza.

Il meccanismo in questione non fruga nella nostra privacy e non da accesso a dati personali. Il sistema legge una blacklist di applicazioni dall'indirizzo https://iphone-services.apple.com/clbl/unauthorizedApps, bloccando eventuali software che potrebbero comportarsi in modo scorretto e leggere/inviare dati personali. La stringa "CLB" nell'url sopra riportato sta probabilmente per "Core Location Blacklist", l'API riservata e protetta alla quale i software non dovrebbero mai accedere.

Non è ancora chiaro come possa agire lo switch, ma quello che sembra emergere a chi ha voglia di indagare sul serio e fare vero giornalismo è che non si può certo parlare di "Apple che viola la privacy" o di "Apple spiona" come molti giornali e TG del nostro Paese vorrebbero far credere.

Apple ha recentemente eliminato dallo store due applicazioni: I'm Rich e NetShare; chi ha acquistato le due applicazioni, però, non se l'è viste disinstallare automaticamente dal telefono senza preavviso. Chi, a suo tempo, le ha acquistate può continuare ad avviarle senza problemi. Lo switch, dunque, sembrerebbe un meccanismo estremo che Apple si è riservata nel caso dovesse saltar fuori qualche applicazione che si mette a fare operazioni dannose con il telefono o con i dati in esso presenti.

Niente Grande Fratello dunque ma - come troppo spesso accade nel nostro Paese - congetture, supposizioni e illazioni che lasciano il tempo che trovano...