20.3.08
Fotocamera 3D in sviluppo presso la Stanford Univeristy
Le fotocamere che molti di noi possiedono producono immagini piatte, in due dimensioni. Fotocamere con più lenti (o più fotocamere posizionate distanti una dall'altra) potrebbero - potenzialmente - riprendere foto in 3D, ma cosa succederebbe se si costruisse un apparecchio dotato di migliaia di piccole lenti, ognuna delle quali consistente in una vera e propria fotocamera in miniatura? Otterremmo sempre una foto bidimensionale, ma avremmo anche una rappresentazione più rilevante: una "mappa di profondità" elettronica contenente la distanza di ogni singolo oggetto nella scena, una sorta di rappresentazione 3D della fotografia stessa.
Alcuni ricercatori della Stanford University, guidati dal Prof. Abbas El Gamal, stanno realizzando un apparecchio di questo tipo grazie ad un "sensore d'immagine ad apertura multipla". I sensori sono stati ridotti a 0.7 micron (molto più piccoli di quelli usati nelle comuni fotocamere), raggruppati in array di 256 pixel cadauno e dotati di minuscole lenti. Un primo prototipo di fotocamera da 3 megapixel, permette già di vedere il "punto di vista" dell'equivalente di 12.616 fotocamere. Scattando con un simile apparecchio la foto del volto di qualcuno è possibile individuare in modo preciso la distanza di occhi, naso, orecchie, mento, ecc. Un primo utilizzo potenziale potrebbe essere il riconoscimento facciale per scopi di sicurezza. In alternativa tale tecnologia potrebbe essere interessante per applicazioni bio-mediche, la stampa 3D, la creazione di oggetti 3D, la modellazione tridimensionale, ecc.
Tutto ciò che è visibile nella foto, sia esso vicino o lontano, è sempre "a fuoco" (le zone indesiderate potrebbero essere messe in secondo piano tramite software di foto ritocco). La conoscenza dell'esatta distanza di un oggetto potrebbe permettere ad un robot di avere una visione spaziale migliore rispetto a quella umana e consentirli lo svolgimento di delicate operazioni.
I ricercatori stanno già lavorando per la fabbricazione della micro-ottica. Secondo quanto da loro dichiarato, i prodotti finali potrebbero persino costare meno delle attuali fotocamere: la complessità di costruzione, infatti, non sarebbe più legata ad un'unica lente ma concentrata nei semiconduttori.
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