5.1.09

USB 3.0 si vedrà al CES di Las Vegas

La società Symwave fa sapere che nel corso dell’imminente CES (Consumer Electronics Show) che si svolgerà dal 8 al 11 gennaio a Las Vegas, mostrerà dispositivi che utilizzano le specifiche USB 3.0 per il trasferimento dati da dispositivi di storage esterni.
La prima versione delle specifiche è stata definita a novembre 2008 da un gruppo di società chiamato “USB 3.0 Promoter Group” e dall’USB Forum. I primi dispositivi in grado di sfruttare la velocità dei nuovi controller sono previsti per la metà di quest’anno; prodotti di consumo di massa dovrebbero, invece, cominciare ad arrivare nel 2010.

Lo standard USB 3.0 consente di trasferire i dati con una velocità massima di 5 Gbps, in altre parole dieci volte in più rispetto all’attuale 2.0. Lo standard è stato per la prima volta svelato da Intel a settembre del 2007. Tra le società che promuovono il nuovo standard figurano: Hewlett Packard, Microsoft, NEC e Texas Instruments. Alle specifiche finali hanno contribuito anche AMD e Nvidia.

30.12.08

Attenti a dove fate pipì: c'è Google!

La prossima volta che vi trovate in giro per strada e decidete di fare pipì dietro ad un auto perché altrimenti ve la fate addosso, prestate attenzione che non vi sia una delle orwelliane macchine di Google che scatta foto nelle vicinanze. Guardate, infatti, cos’è successo a questa signora di Madrid. Secondo quanto riporta El Mundo, la singolare immagine è stata rimossa da Google dopo 12 ore dalla pubblicazione.

28.11.08

Arriva "Morro", l'antivirus di Microsoft per Windows

Microsoft metterà a disposizione un proprio software antivirus: il nome in codice del prodotto è "Morro", sarà disponibile dalla seconda metà del 2009 e offrirà protezione contro malware, virus, spyware, rootkit e trojan horse. La soluzione sarà offerta gratuitamente ed è basata su un motore di protezione anti-malware proprietario che sfrutta un sistema già presente in altre linee di prodotti per la protezione di Microsoft.

Il prodotto offrirà forme di protezione essenziali, sarà disponibile in download non automatico e funzionerà con Windows XP, Windows Vista e Windows 7 (quando sarà disponibile sul mercato). A detta di Microsoft, se utilizzata insieme agli attuali miglioramenti per la protezione e la privacy di Windows e Internet Explorer, questa soluzione offrirà agli utenti "una solida protezione a costo zero contro la maggior parte delle minacce della rete".

Non è ovviamente della stessa opinione Symantec, storico produttore di Norton Antivirus e altri software di protezione, che in un comunicato stampa ha definito la decisione come: "Una resa di Microsoft, un'ulteriore dimostrazione che non è nel DNA dell'azienda la realizzazione di una tecnologia di protezione di qualità aggiornata di frequente".

A detta di Rowan Trollope, vice presidente senior della sezione Consumer Business di Symatec, già il lancio di OneCare (una sorta di suite di sicurezza prodotta da Microsoft), nel gennaio dell'anno scorso, non ha suscitato reazioni entusiastiche da parte dell'utenza, in termini di gradimento e di acquisto, ed è sempre apparso come "un pacchetto dalle prestazioni e dalle caratteristiche limitate".

Il problema più grosso per i produttori di software antivirus è ancor una volta la posizione predominante di Microsoft: la casa di Redmond, infatti, potrebbe sfruttare Windows per "trainare" Morro legandolo al sistema operativo (un po' come accaduto con Internet Explorer). Questa volta, però, Microsoft dovrà vedersela con l'antitrust sia negli Stati Uniti, sia in Europa. A Redmond hanno già pronta la linea difensiva?

18.11.08

Gmail con video chat anche per Mac OS X


Google ha da qualche giorno lanciato un plug-in gratuito che permette di avviare video-chat tra utenti con PC (Mac OS X o Windows) dotati di microfono e webcam.
Il plug-in s’installa all’interno del browser e offre funzionalità simili a quelle di Skype, iChat e altri applicativi simili per videoconferenze. Dal punto di vista tecnologico il plug-in utilizza la codifica H.264 SVC, il video è visualizzato in una finestrella 300x200 pixel e utilizza solo 300kpps di banda in entrambe le direzioni; questo significa che Google, volendo, potrebbe realizzare una versione del plug-in usabile anche in telefoni con s.o. Android o iPhone.

15.11.08

Stiamo testando il nuovo felino...

Come da oggetto. Stiamo testando per conto di alcuni “pezzi grossi americani” il nuovo “Felino innevato” (chi ha orecchie per intendere, intenda). Il gattone è ingabbiato qui nel ns studio e non è ancora una belva feroce ma solo un mansueto micino…

File di sistema visibili sotto Mac OS X 10.5. x "Leopard"

Sotto Mac OS X 10.5.x "Leopard" può accadere che, per qualche strano motivo, alcuni file e cartelle di sistema che dovrebbero essere normalmente invisibili risultino, invece, visibili (ci è successo, persino dopo un paio di installazione ex-novo dal DVD di Mac OS X 10.5.4). Ecco come fare in questi casi:

1) Se non sono installati, installate i Developer Tools dal primo DVD in dotazione con la vs macchina
2) Dal Terminale, digitate:


sudo /Developer/Tools/SetFile -a V /bin
sudo /Developer/Tools/SetFile -a V /cores
sudo /Developer/Tools/SetFile -P -a V /etc
sudo /Developer/Tools/SetFile -a V /mach_kernel
sudo /Developer/Tools/SetFile -a V /private
sudo /Developer/Tools/SetFile -a V /sbin
sudo /Developer/Tools/SetFile -P -a V /tmp
sudo /Developer/Tools/SetFile -a V /usr
sudo /Developer/Tools/SetFile -a V /Volumes
sudo /Developer/Tools/SetFile -P -a V /var


A questo punto, cancellate:

/Library/Caches/com.apple.LaunchServices* (2 file in totale) e riavviate il computer:


sudo shutdown -r now

30.8.08

Microsoft brevetta... lo scrolling delle pagine!


Microsoft ha ottenuto il discutibile status di brevetto per una funzionalità che permette di scorrere le pagine di un documento avanti e indietro usando i tasti "Page Up" e "Page Down". "L'invenzione", proposta nel marzo del 2005, ha ottenuto lo stato giuridico di brevetto il 19 agosto di quest'anno, è catalogata nell'US Patent Number con il numero 7.415.666 ed è descritta come: "Un metodo e un sistema in un visualizzatore di documenti per scorrere con incrementi precisi un documento come ad esempio una pagina, indipendentemente dal livello di zoom e se una o più pagine sono visualizzate".

Il brevetto indica "gli inventori" in Timothy Sellers, Heather Grantham e Joshua Dersch. Il problema è che funzionalità identiche sono associate ai tasti "Page Up" e "Page Down" che si trovano, fin dagli anni '80, in molti vecchi computer (basta guardare la foto di una qualunque vecchia tastiera per PC) e dunque l'invenzione è molto discutibile.

Il documento dell'ufficio brevetti spiega che l'implementazione prevede che i tasti suddetti possano essere premuti in qualunque parte del documento e che è possibile ritornare all'esatto punto di partenza premendo all'indietro o in avanti gli stessi tasti.

Microsoft non è nuova nel fregiarsi di brevetti che in realtà sono particolarità che altri non hanno registrato. Tra le altre "invenzioni" registrate dalla casa di Redmond, ricordiamo ad esempio: un mouse con la rotella che può scrollare in avanti e indietro i documenti e i bottoni per fare doppio click. A marzo del 2006 i brevetti registrati da Microsoft presso l'US Patent and Trademark Office ammontavano a 5000. Nel momento in cui scriviamo i brevetti made in Redmond stanno per arrivare a 10.000.

Ci permettiamo di suggerire a Microsoft altre "invenzioni": il tasto Shift, il tasto Ctrl, il pulsante di accensione del computer, il tasto "Enter" ma la vera "genialata" potrebbe essere il "Caps Lock"...

25.8.08

iPhone? "Ha cambiato il mondo del touchscreen"

Un interessante articolo del New York Times fa notare come l'iPhone abbia dato una scossa al mondo dei dispositivi touch-screen, un'industria fino a poco tempo addietro relegata a settori specifici e con presenze in piccole nicchie di mercato.

La richiesta di apparecchiature touch screen è ora sempre più elevata e a detta dei venditori di dispositivi sensibili al tocco il mercato è in fermento. Il target potenziale è enorme: punti vendita, ristoranti, zone informative, chioschi multimediali, lettori digitali di firma, bancomat per non parlare di soluzioni per il mercato consumer quali GPS e giochi (dal semplice sistema per muovere i pezzi degli scacchi o della dama a metodi per giocare a poker o complessi videogame).

"Apple ha fatto cambiare l'opinione comune sui dispositivi sensibili al tocco" afferma Geoff Walker, global director di Tyco Electronics, un importante venditore di schermi sensibili al tocco. La casa di Cupertino ha creato un mercato e spostato l'interesse sul multitouch, la tecnica che permette di accettare input scorrendo, sfiorando e "pizzicando" lo schermo ed ha fatto in modo che altre società cominciassero ad esplorare le potenzialità del sistema. "Se le persone trovano comodo usare le dita su un cellulare, apprezzeranno ancora di più farlo su un display più grande", questo è quello che spera, ad esempio, il CEO dell'israeliana N-trig, una società fondata 8 anni addietro e che realizza schermi multitouch usabili con una penna wireless o con le dita.

La possibilità di usare la particolare penna o le dita hanno convinto Dell ad inserire la tecnologia della società di Tel Aviv nel Latitude XT, un computer ibrido più piccolo di un classico laptop e leggermente più grande di un tablet che reagisce ai comandi del multitouch e permette di usare le dita come un mouse e la penna per firmare documenti o scrivere messaggi.

Nella visione di Dell, con un dito si può, ad esempio, "fermare" una cartella e con un altro spostarvi un messaggio di posta elettronica, così come si può impostare il volume agendo su uno slider, anziché usare il mouse.

N-trig ha in qualche modo rafforzato la sua leadership con l'arrivo dell'iPhone. "Alla fine del 2006 siamo riusciti a convincere Dell" dice Amihai Ben-David, CEO di N-Trig, "ma altri produttori non volevano saperne di investire nel touch". L'annuncio dell'iPhone, nel gennaio del 2007, ha fatto in modo che "gli scettici imprenditori di prima ci ricontattassero". Schermi al touch prodotti dalla società israeliana cominceranno dal prossimo anno ad apaprire su un notebook, PC fissi e un nuovo tipo di telefono. Anche Intel, lo scorso mercoledì nel corso dell'IDF ha mostrato un concept-computer denominato "UrbanMax" che sfrutta uno schermo di N-trig.

Joseph W. Deal, presidente e CEO di Wacom, società produttrice di tavolette e schermi sensibili al tocco con 15 anni di presenza sul mercato e che ha visto altre tecnologie apparentemente promettenti, è invece cauto e afferma che affinché il touch diventi un prodotto di successo "i costi devono abbassarsi sensibilmente".

Altri analisti sono concordi nell'affermare che potrebbero essere necessari molti anni prima che la tecnologia sia adottata in massa. Secondo iSuppli (una società specializzata in ricerche di marketing), tenendo in considerazione il solo mercato dei cellulari, è probabile che le tecnologie touch screen saranno presenti, entro il 2013, in non più del 30% dei prodotti.

Roger L. Kay, presidente e ricercatore dell'Endpoint Technology Associates afferma che probabilmente il 10% dei dispositivi di mobile computing avranno il touch entro il 2013; un terzo di questi prodotti metterà a disposizione tecnologie multi-touch.

Il mercato,infine, potrebbe essere fermamente influenzato dalla presenza di tecnologie multitouch nel prossimo Windows 7, la nuova versione del sistema operativo Microsoft prevista per il 2010. L'adozione delle tecnologie touch nel sistema di Redmond potrebbe "galvanizzare" gli sviluppatori invogliandoli a creare applicativi specifici. Microsoft, inoltre, potrebbe spingere verso uno standard univoco, in grado di armonizzare le modalità d'uso proposte dai tanti produttori di tecnologie touch.

Tutti sono ad ogni modo certi di una cosa: dopo averla provata, la tecnologia touch sembra indispensabile e irrinunciabile. Roy Stedman di Dell ne è convinto e, infatti, afferma: "tutti la desiderano, ma non sanno di volerla finché non la provano".

23.8.08

Un giro negli uffici Adobe

Debbie Grossman di PopPhoto (un giornale on-line che si occupa di fotografia e imaging in generale) ha fatto un giro negli uffici Adobe di San Jose (California) e ci regala qualche gustosa immagine che illustra gli edifici della software house americana e mostra alcuni dei volti dietro a software quali: Photoshop, LightRoom, ecc. Per una visita virtuale ancora più completa, raccomandiamo la ricca galleria presente a questo indirizzo nel sito di PhotoshopNews.com

19.8.08

La bilancia che riconosce frutta e verdura


Ricercatori tedeschi hanno costruito una bilancia "intelligente" pensata per i supermercati e in grado di riconoscere e distinguere vari tipi di frutta o verdura posizionata sul piatto. Chi si reca nei supermarket sa bene che quando si ha a che fare con il peso di banane, peperoni, pomodori e così via deve solitamente individuare i codici presenti su una tabella stampata, indicare alla bilancia il numero corrispondente al prodotto individuato, posare la frutta o verdura sul piatto, pesarla e premere un pulsante per ottenere uno scontrino adesivo da attaccare sulle buste contenenti i singoli prodotti che verranno conteggiati alla cassa.

Il procedimento sopra descritto può essere semplificato: la bilancia "intelligente", infatti, riconosce automaticamente i prodotti posizionati sul piatto e chiede solo di confermare e ultimare la selezione scegliendo tra alcune icone (esempio: tipo e varietà di pomodori).

Il dispositivo è in sostanza dotato di una telecamera e un particolare algoritmo gli consente di distinguere la frutta dalla verdura individuando varie tipologie di prodotti (non è banale per un software distinguere una mela rossa da un pomodoro o le banane verdi o gialle). Il gestore del negozio può aggiungere facilmente nuovi prodotti al database.

Le bilance sono in fase di test in già oltre 300 supermercati in tutta Europa. Realizzata in serie potrebbe diventare un prodotto di grande interesse per il settore della vendita al minuto di alimenti freschi, self-service, strutture di preconfezionamento, punti vendita di supermercati e negozi specializzati.

18.8.08

Rendere attraenti le facce e sostituire i volti in automatico


Nel corso del Siggraph di Los Angeles sono state presentate nuove e varie tecniche interessanti per il mondo della videografica. Nei giorni passati vi abbiamo riferito di Microsoft e di un innovativo sistema che permette di aggiungere elementi quali baffi, pizzetti e basette ad un volto presente in un video.

Quella di Microsoft non è la sola nuova tecnica grafica degna di rilievo, ma se ne sono viste altre altrettanto curiose e particolari. Un sistema che potrebbe interessare chi si occupa di ritocco fotografico è un metodo che arriva da alcuni ricercatori di Tel Aviv e permette di rendere più "attraenti" e "belli" i visi nei ritratti. La tecnica individua irregolarità e imposta corrispondenze e simmetrie, facendo in modo che agli occhi degli osservatori il risultato finale sembri regolare e dunque bello.

Dal dipartimento di Computer Science della Columbia University arriva, invece, un sistema che permette di sostituire automaticamente i volti presenti in una fotografia. La tecnica è interessante soprattutto se si pensa alle recenti polemiche sulla privacy relativamente ad applicazioni quali Google Street View, il sistema che immortala immagini raccolte per strada e dunque persone in situazioni private, violando potenzialmente le regole sulla riservatezza. La tecnica permette di rimuove automaticamente i volti presenti in un'immagine e, accedendo ad una grande collezione di volti, individuare le facce e "fondere" un viso della libreria con quello reale della foto rendendo difficile distinguere se si tratta del volto vero o di quello fittizio.

Il sistema permette anche il face-switching, lo scambio dei volti tra due persone presenti in una foto. Negli esempi è mostrata una famosa foto in cui Richard Nixon stringe la mano ad Elvis Presley: modificata con la tecnica in questione abbiamo un improbabile Presley vestito da Nixon che embra dare la mano ad un Nixon vestito da Presley!

Sul sito degli autori dei documenti presentati al Siggraph sono presenti vari esempi. C'è da scommettere che non passerà molto tempo e potremo vedere le tecniche usabili con qualche nuovo filtro per Photoshop & co.

17.8.08

Un tool sperimentale di editing 3D da Microsoft


Microsoft ha mostrato una tecnologia soprannominata Unwrap Mosaic con la quale è possibile, ad esempio, aggiungere baffi, pizzetti e basette ad una persona presente in un video. Il sistema permette di "confezionare" un oggetto 3D sfruttando l'immagine piatta del soggetto-target, come ad esempio quella del viso presente in un video.

Vi sono varie tecniche che consentono di cambiare i colori o aggiungere effetti speciali ad un video ma l'aggiunta di un elemento come i baffi è un'operazione complessa, poiché il viso di un soggetto spesso si muove continuamente posizionandosi in modo sempre diverso rispetto all'inquadratura precedente e gli elementi del viso visibili cambiano di continuo.

Andrew Fitzgibbon e il team che ha presentato la tecnica a Los Angeles nel corso del Siggraph, sta lavorando a questo sistema, ancora in fase di sviluppo, che permetterebbe di superare molti limiti degli attuali software di video-editing.

Altra tecnologia illustrata da Fitzgibbon è "PhotoSynth", una tecnica che permette di creare viste tridimensionali partendo da fotografie statiche. Si può creare un ambiente 3D partendo da una serie di foto e mostrare, ad esempio, come si presenta il Pantheon visto dall'esterno, zoomare la vista fino all'ingresso, muoversi fino a vedere le sculture interne, tornare indietro, ecc. Si possono sfruttare foto presenti su Flickr o aggiungere foto personali.

15.8.08

iPhone Switch-killer: un po’ di chiarezza

Jonathan Zdziarksy, autore di alcuni volumi sulla programmazione dell'iPhone e scopritore del fantomatico sistema che permetterebbe ad Apple di rimuovere applicazioni "pericolose" o indesiderate all'insaputa dell'utente, cerca di fare un po' di chiarezza in merito alla questione dello switch-killer.

Zdziarksy è stato in questi giorni subissato da e-mail e richieste di chiarimento da pseudo-giornalisti che poco o nulla hanno compreso in merito alla presenza dell'ammazza-applicazioni a distanza voluto da Apple, ed ha stilato un elenco di "miti" e la loro effettiva autenticità:

- L'iPhone spia i sui utenti: FALSO.
- Lo switch è stato implementato per impedire il funzionamento di NetShare: FALSO.
- Lo switch può cancellare applicazioni a distanza: FALSO
- Apple può conoscere la posizione geografica (via GPS) dei suoi utenti: FALSO.
- Lo switch permette di interrompere l'esecuzione di applicazioni spyware o ritenute potenzialmente pericolose da Apple: VERO.

Tecnicamente parlando la cartella di cache che si trova in /var/root/Library/Caches/locationd/ contiene un elenco di applicazioni non autorizzate prelevato da un server Apple all'attivazione del fixing GPS del dispositivo. Si tratta solo e soltanto di una semplice lista. Contrariamente a quanto affermato da vari giornali italiani non viene inviato nessun elenco di applicazioni presenti e dati personali. La "black list" non offre ad Apple la possibilità di controllare l'iPhone (come incredibilmente affermato da qualcuno) all'insaputa dell'utente, spiarlo nei suoi movimenti o ascoltare le sue conversazioni, ma permette di conoscere un elenco di software potenzialmente dannosi per l'iPhone stesso o per la privacy degli utenti.

Come riportato dal Wall Street Journal, Steve Jobs ha confermato la presenza dello switch affermando di "sperare di non doverlo mai utilizzare" e anche che sarebbe stato da irresponsabili non premunirsi di un simile sistema di sicurezza.

Il meccanismo in questione non fruga nella nostra privacy e non da accesso a dati personali. Il sistema legge una blacklist di applicazioni dall'indirizzo https://iphone-services.apple.com/clbl/unauthorizedApps, bloccando eventuali software che potrebbero comportarsi in modo scorretto e leggere/inviare dati personali. La stringa "CLB" nell'url sopra riportato sta probabilmente per "Core Location Blacklist", l'API riservata e protetta alla quale i software non dovrebbero mai accedere.

Non è ancora chiaro come possa agire lo switch, ma quello che sembra emergere a chi ha voglia di indagare sul serio e fare vero giornalismo è che non si può certo parlare di "Apple che viola la privacy" o di "Apple spiona" come molti giornali e TG del nostro Paese vorrebbero far credere.

Apple ha recentemente eliminato dallo store due applicazioni: I'm Rich e NetShare; chi ha acquistato le due applicazioni, però, non se l'è viste disinstallare automaticamente dal telefono senza preavviso. Chi, a suo tempo, le ha acquistate può continuare ad avviarle senza problemi. Lo switch, dunque, sembrerebbe un meccanismo estremo che Apple si è riservata nel caso dovesse saltar fuori qualche applicazione che si mette a fare operazioni dannose con il telefono o con i dati in esso presenti.

Niente Grande Fratello dunque ma - come troppo spesso accade nel nostro Paese - congetture, supposizioni e illazioni che lasciano il tempo che trovano...

3.7.08

Un supercomputer per studiare l'osteoporosi

Un supercomputer Blue Gene ha permesso agli esperti del Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo con la collaborazione del Laboratorio di Ricerca IBM di Zurigo di presentare la simulazione più ampia in assoluto della struttura ossea dell'uomo offrendo ai medici una vista "ad alta definizione" delle ossa, mai avuta precedentemente. Questo risultato potrebbe condurre alla realizzazione di strumenti clinici più sofisticati per migliorare la diagnosi e la cura dell'osteoporosi, una malattia diffusa che colpisce una 1 donna su 3 e 1 uomo su 5 di età superiore ai 50 anni.

Oggi, l'osteoporosi viene diagnosticata misurando la massa e la densità ossea tramite raggi X speciali o tecniche di tomografia, un processo estremamente empirico. Dagli studi è emersa la scarsa precisione delle misurazioni della massa ossea per determinare la resistenza delle ossa perché queste ultime non presentano una struttura solida. All'interno dello strato esterno compatto, le ossa presentano una parte centrale spugnosa. Questa microstruttura complessa è importante per la capacità delle ossa di sopportare i carichi e rappresenta quindi un indicatore migliore della forza di un osso. Gli esperti dei Reparti di Meccanica e di Ingegneria dell'Elaborazione e di Scienze Informatiche dell'ETH di Zurigo hanno collaborato insieme agli esperti di supercomputer del Laboratorio di Ricerca IBM di Zurigo per mettere a punto un metodo preciso, potente e veloce per automatizzare l'analisi della resistenza delle ossa. Il metodo unisce le misurazioni della densità a un'analisi meccanica su vasta scala della microstruttura della parte interna dell'osso. Utilizzando simulazioni parallele su vasta scala, i ricercatori sono riusciti a ottenere una "mappa dinamica del calore" dello sforzo, che varia con il carico applicato all'osso. Questa mappa mostra al medico in modo preciso in quale punto e con quali variazioni di carico applicate all'osso quest'ultimo potrebbe essere soggetto a fratture. rrUna diagnosi precoce dell'osteoporosi è fondamentale per prevenirne l'evoluzione.

Questa simulazione potrebbe migliorare notevolmente la capacità di un medico di trattare le fratture, analizzare e rilevare la fragilità ossea per poter adottare misure preventive prima dell'avanzamento dell'osteoporosi nei pazienti. rL'osteoporosi è la malattia delle ossa più diffusa a livello mondiale, che colpisce 75 milioni di persone solo negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone con costi sanitari inferiori solo a quelle delle malattie cardiovascolari. Il termine osteoporosi significa "ossa porose", malattia caratterizzata dalla perdita di densità ossea che provoca un elevato rischio di fratture ed è una delle principali cause di dolore, invalidità e morte nella popolazione più anziana. Purtroppo, in molti casi, l'osteoporosi non viene diagnosticata fino a quando non si verificano fratture ma, ormai, la malattia è già a uno stadio avanzato e richiede trapianti o l'inserimento di placche per il trattamento e la prevenzione delle fratture.

Utilizzando le capacità del supercomputer il team di ricerca è stato in grado di condurre le prime simulazioni su un campione di 5 mm x 5 mm di osso. In soli 20 minuti di tempo informatico, la simulazione con il supercomputer ha generato 90 gigabyte di dati.

Il Professor Peter Arbenz dell'Istituto di Scienze Computazionali, che ha avviato la collaborazione tra i gruppi coinvolti, spiega che sono serviti anche gli algoritmi numerici più avanzati per risolvere questi enormi problemi in tempi così brevi.

Per il lavoro futuro, gli esperti di IBM ed ETH prevedono di puntare ad anticipare il lavoro relativo alle tecniche di simulazione in modo tale che vada oltre il calcolo della forza statica delle ossa per essere in grado di simulare la formazione effettiva di fratture per i singoli pazienti e rilevare in maniera precoce di persone con elevato rischio di fratture.

30.6.08

Un tool per l'overclock dei Mac Pro

Le tecniche di overclocking sono molto comuni nel mondo PC: si tratta, in sostanza, di aumentare la frequenza di clock di un componente (generalmente la CPU) rispetto a quella prevista e testata dal produttore. Nel caso delle CPU quella che viene alterata è la frequenza di clock interna, un valore che determina il numero di cicli di operazioni da eseguire ogni determinate unità di tempo. Si tratta di operazioni legali ma spesso rischiose: la CPU è forzata ad operare a frequenze per le quali non è stata testata e garantita dal produttore.

Sui PC alcune operazioni di overclocking si possono compiere entrando nel BIOS del computer e modificando manualmente alcuni parametri operativi che poi possono essere memorizzati una volta per tutte. Sul Mac, non essendoci il BIOS, l'operazione è risultata finora più complessa e tutte le tecniche viste fino adesso non consentivano di mantenere le modifiche ad ogni riavvio della macchina. I redattori tedeschi di ZDNet hanno annunciato di aver creato una utility, ZDNet Clock, usabile con i Mac Pro di ultima generazione (Mac Pro 3.1) che permette di overcloccare stabilmente le macchine professionali di Apple fino a ben 3421 MHz .

La prima generazione di Mac Pro (Mac Pro 1.1) sembra più problematica da overcloccare: la riprogrammazione del chip di clock pare non consenta di riavviare correttamente il Mac OS (anche reimpostando la frequenza a quella originale di fabbrica). Il problema sembra essere specifico del Mac OS: tool di overcloking per Windows (testati su Mac tramite BootCamp) hanno permesso di riavviare il sistema senza problemi.

Le ultime versioni di Mac Pro e Xserve, invece, sembrano essere meno "schizzinose" e il Mac OS digerisce l'aumento di frequenza senza apparentemente nessun problema. L'unico inconveniente sembra essere il fatto che quando la macchina va in stand-by, la frequenza di clock del processore viene ripristinata a quella originaria del Mac Pro: si tratta di un bug che però, a detta di ZDNet, verrà corretto nella prossima versione della utility.

Ricordiamo che queste utility devono essere usate sempre con estrema cautela poiché forzano la CPU e la macchina ad operare a frequenze per le quali non è stato effettuato da Apple/Intel nessun test approfondito e dunque non è possibile garantire stabilità e il perfetto funzionamento del computer.

Interventi d'overclocking si rendono possibili, poiché i chip prodotti in fabbrica, progettati per lavorare ad una certa frequenza, solitamente tollerano frequenze superiori. Le particolari metodologie di produzione adottate compensano il fatto che i chip prodotti possano, di fatto, essere più o meno validi, secondo la purezza delle materie prime utilizzate e dell'inevitabile imprecisione dei macchinari che assemblano le CPU.

IBM e Intel puntano sull'energia solare

L'energia solare comincia a "far gola" anche ai colossi informatici. E' notizia di questi giorni, infatti, l'ingresso di Intel e IBM nel campo dell'energia solare. Le due aziende porteranno le loro esperienze e competenze nella lavorazione del silicio per produrre chip per la realizzazione di cellule fotovoltaiche.

L'energia solare comincia a "far gola" anche ai colossi informatici. E' notizia di questi giorni, infatti, l'ingresso di Intel e IBM nel campo dell'energia solare. Le due aziende porteranno le loro esperienze e competenze nella lavorazione del silicio per produrre chip per la realizzazione di cellule fotovoltaiche.

IBM, in particolare ha poche settimane addietro annunciato interessanti risultati nella ricerca sulla tecnologia fotovoltaica per i "parchi solari", grazie ai quali sarò possibile ridurre significativamente il costo dello sfruttamento dell'energia solare per produrre elettricità.

Imitando i giochi dei bambini che utilizzano una lente d'ingrandimento per bruciare una foglia o la tecnica che talvolta usano i campeggiatori per accendere il fuoco, gli scienziati hanno usato una grande lente per concentrare l'energia solare, catturando circa 230 watt, il valore più alto raggiunto in uno spazio così piccolo: una cella solare di un centimetro quadrato. Tale energia viene poi convertita in 70 watt di energia elettrica utilizzabile, circa cinque volte l'energia catturata dalle celle tipicamente impiegate nei parchi solari, che si affidano a concentratori fotovoltaici, o CPV. È la maggiore quantità di energia disponibile da una cella così piccola.

Se si riusciranno a superare le sfide per trasferire il progetto dal laboratorio alla fabbrica, si ritiene che si potrà ridurre significativamente il costo di un tipico parco solare basato su CPV. Grazie all'uso di un numero molto ridotto di celle fotovoltaiche in un parco solare e alla concentrazione di una maggiore quantità di luce su ciascuna cella con lenti più grandi, il sistema elaborato da Big Blue consente un vantaggio significativo in termini di costi, con un minor numero di componenti totali e nuove opportunità di produzione.

Ad esempio, passando da un sistema a 200 sun (un "sun" è un'unità di misura dell'energia catturata a mezzogiorno in una limpida giornata estiva), dove si concentrano sulla cella circa 20 watt di potenza, a 2000 sun, dove sul sistema della cella si concentrano 200 watt, il sistema IBM riduce il numero di celle fotovoltaiche e degli altri componenti di un fattore pari a 10.

Il trucco sta nella capacità di IBM di raffreddare la minuscola cella solare. Concentrare l'equivalente di 2000 sun su una superficie così piccola genera calore sufficiente a fondere l'acciaio inossidabile, un aspetto che i ricercatori hanno verificato direttamente nei loro esperimenti. Ma facendo leva sulle competenze maturate nel raffreddamento dei chip per computer, il team è riuscito a raffreddare la cella solare da oltre 1600 gradi Celsius ad appena 85 gradi Celsius.

I risultati iniziali di questo progetto sono stati presentati alla 33a conferenza degli IEEE Photovoltaic Specialists, dove i ricercatori IBM hanno illustrato in dettaglio come la loro interfaccia di raffreddamento a metallo liquido è in grado di trasferire il calore dalla cella solare a una piastra di raffreddamento in rame, con un'efficienza ineguagliata da qualsiasi altra tecnologia disponibile attualmente.

I ricercatori hanno sviluppato un sistema che ha permesso notevoli risultati accoppiando una cella solare commerciale a un sistema di raffreddamento a metallo liquido creato da IBM, il quale sfrutta metodi sviluppati per il settore dei microprocessori.

Nello specifico è stato utilizzato uno strato molto sottile di metallo liquido, fatto da un composto di gallio e indio, che è stato poi applicato tra il chip e il blocco di raffreddamento. Tali strati, denominati strati di interfaccia termica, trasferiscono il calore dal chip al blocco di raffreddamento, in modo tale da mantenere bassa la temperatura del chip. La soluzione a metallo liquido offre la migliore prestazione termica attualmente disponibile, grazie ad una tecnologia sviluppata per raffreddare i chip per computer ad alta potenza.

Si prevede che le tecnologie di energia solare a concentrazione offrano l'elettricità di origine solare a più basso costo per la generazione di energia su grande scala, ma il controllo della temperatura è un problema nelle celle dei concentratori ottici, a causa dell'elevata concentrazione di luce solare.

Intel ha deciso di mettere sul tavolo cinquanta milioni di dollari per lanciare una "startup", la Spectrawatt, fissando come primo obbiettivo la produzione in un nuovo stabilimento dell'Oregon, a partire dal 2009, di cellule fotovoltaiche in silicio cristallino per una capacità di 60 megawatt.

IBM, invece, ha avviato una joint-venture con la Tokyo Ohka Kogyo e sta esplorando quattro aree principali della ricerca fotovoltaica: l'uso delle tecnologie attuali per sviluppare celle solari di silicio più economiche ed efficienti, lo sviluppo di nuovi dispositivi fotovoltaici a film sottile prodotti in soluzione (anziché nel vuoto), concentratori fotovoltaici e architetture fotovoltaiche della generazione futura basate su nanostrutture, quali punti quantici di semiconduttori e nanoconduttori.

I rischi informatici delle vacanze

Per molte località l'industria del turismo è la principale fonte di guadagno, ma i venditori di souvenir, i ristoranti e i nightclub non sono gli unici a fare i soldi con il denaro dei turisti: anche i criminali online, infatti, fanno affari durante le vacanze estive.

G-DATA, un'azienda tedesca specializzata in soluzioni di sicurezza informatica, fa notare come bisogna fare molta attenzione ai propri dati personali anche quando si è in villeggiatura: controllare il proprio conto bancario, prenotare voli negli Internet Cafe con carta di credito o utilizzare reti internet non protette può rovinare la vacanza una volta che si fa ritorno a casa.

Il rischio maggiore è rappresentato dagli Internet Cafe protetti poco e male. I Pc che qui vengono utilizzati sono spesso infettati da malware e in grado di inviare direttamente ai criminali online i dati personali utilizzati.

I computer accessibili al pubblico negli Internet cafe, hotel e aeroporti sono di solito protetti in maniera insufficiente con software antivirus. Esiste, dunque, un alto rischio che tali postazioni siano infettate con spyware o altro malware.

Se si controlla il proprio conto bancario da qui mentre si è in vacanza, i propri dati di accesso possono facilmente finire nelle mani dei criminali. Naturalmente lo stesso rischio è presente per chi acquista online con carta di credito. Pericoli ci sono anche per tutti quegli utenti che non viaggiano mai senza il proprio notebook. In questo caso il pericolo è rappresentato dalle WLAN non sicure (l'intero traffico di dati può, infatti, essere intercettato facilmente).

Per limitare i danni qualora il proprio computer fosse anche rubato, è raccomandabile cifrare i propri dati e fare un back up prima di iniziare le ferie.

Ecco sette suggerimenti per i viaggiatori:

1. Evitare di fare online banking e shopping via internet presso gli Internet Cafe o, più in generale, su ogni postazione Pc pubblica.

2. Dopo aver utilizzato computer presenti in Internet Cafe o comunque di pubblico dominio, cancellare i dati temporanei nel browser, la history e i cookies

3. Non dimenticare di effettuare il log off se ci si è registrati su qualche sito, altrimenti il prossimo utente potrebbe accedere allo stesso account.

4. Per mandare cartoline e saluti dal luogo di vacanza sarebbe opportuno creare un account e-mail dedicato così, se i dati di accesso venissero rubati, non ci sarebbero problemi per la corrispondenza di altro genere.

5. Se si utilizzano degli hot spot o le connessioni interne degli hotel tramite il proprio notebook, è necessario utilizzare un'adeguata protezione antivirus e un buon firewall

6. Come alternativa alle WLAN si consiglia l'utilizzo di card UMTS che, sebbene più costose, sono più sicure e presentano meno rischi.

7. Per gli utilizzatori di Notebook: criptare tutti i dati più importanti presenti su Hard Disk e fare un back up prima di partire per le vacanze.

9.6.08

Un tool per convertire i vecchi stack Hypercard in applicazioni web

HyperCard è un'applicazione molto amata dagli utenti Mac di vecchia data. Per chi è relativamente nuovo del mondo Apple, ricordiamo che si tratta di un software rilasciato in una prima versione nel 1987 insieme al System 6 che, grazie ad un semplice, ricco e potente linguaggio di scripting, si rivelò ideale per la creazione di ipertesti (anticipando, di fatto, quanto reso possibile solo anni dopo dal web) e applicazioni di vario tipo. L'insolito software, un misto tra un database e un moderno linguaggio visuale programmabile, ha permesso a suo tempo la creazione di progetti ("stack") tra i più disparati ed è ancora a tutt'oggi un sistema di programmazione valido e per molti versi insuperabile. Prima ancora di PowerPoint, Hypercard era utilizzato come applicativo per la creazione di presentazioni; è stato utilizzato per creare giochi, CD multimediali, chioschi, sistemi grafici, applicativi per l'accesso a database, ecc.

Apple continuò a sviluppare e migliorare il prodotto fino agli anni '90 (nel 1992 arrivò la versione 2.0 e nel 1996 fu presentata la beta della versione 3.0), ma poi, improvvisamente, per varie vicissitudini, il suo sviluppo fu interrotto (l'annuncio della cessazione delle vendite è stato ufficialmente effettuato nel 2004).

Nonostante il cessato sviluppo, non mancano ancora oggi utilizzatori entusiasti, come ad esempio, quelli facenti parte del progetto denominato TileStack, un sistema che permette di creare da zero o convertire vecchi stack Hypercard in moderne applicazioni-web. Il servizio è interessante soprattutto se si considera che per l'avvio delle applicazioni non è richiesta la presenza di Flash o esoterici plug-in per i browser (gli stack sono convertiti in applicazioni JavaScript). Il sistema, quindi, si rivela un ottimo tool, ad esempio, per convertire/creare applicazioni piccole e snelle usabili su iPhone o smartphone di nuova generazione.

Annunciato nel corso del MacWorld Expo a gennaio di quest'anno, il servizio ha ora aperto le porte al pubblico: la società, infatti, ha comunicato la disponibilità di una prima versione beta che è possibile provare su invito, previa registrazione sul sito del produttore. Gli autori sembra stiano lavorando per fare in modo che gli stack convertiti possano essere utilizzati su MySpace, FaceBook, sui blog e sui desktop (come widget) di qualunque utente. La limitazione più grande è al momento l'impossibilità di utilizzare comandi esterni (XCMD), le "librerie" sviluppate a suo tempo da terze-parti. Gli autori sono, ad ogni modo, disponibili a supportare XCMD ritenuti importanti dagli utenti. Mancano, infine, alcuni comandi, funzioni e proprietà; alcune mancanze sono intenzionali, altre ancora sono in via d'implementazione.

4.6.08

Morto il papà delle Pringles


E' morto l'inventore delle patatine Pringles e il Corriere informa che è stato sepolto in una bara... a forma del famoso contenitore d'alluminio da lui inventato (!). Attendiamo con impazienza che muoia l'inventore del Tampax...

13.5.08

Toilette “multitasking”


Non so quale possa essere l’utilità di questa tazza da water “multitasking” (famigliola numerosa con persistenti problemi di diarrea acuta e incontinenza cronica? Coppie che amano entrambi leggere sul water?) ma se il prodotto v’interessa, per soli 1400$ lo potete portare a casa. L’unico problema è che la società produttrice richiede un ordine minimo di 12 pezzi. Esiste anche una versione “aggiornabile” con docking station per iPod e connessione TV. Nella descrizione non la vediamo e ci permettiamo pertanto di suggerire al costruttore di dotare il prodotto di maschera antigas….